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L’Area Archeologica (Orari e biglietti)

L’area Archeologica dei Templi di Paestum è visitabile tutto l’anno, dal lunedì alla domenica, dalle ore 9:00 alle 19:30 (ultimo ingresso: Area Archeologica 18:30; Museo 19.00): la prenotazione è consigliata, ma non obbligatoria; dal tramonto, la visita all’area archeologica è limitata al percorso illuminato del Santuario meridionale.​

È possibile acquistare il biglietto di ingresso presso la biglietteria di Porta Principale (di fronte al Tempio di Nettuno), dalle ore 9:00 alle ore 18:30 (dalle 18.00 è acquistabile esclusivamente il biglietto “Solo Aree Archeologiche”); chi non volesse visitare l’area archeologica può comunque godersi una bellissima passeggiata lungo la via pedonale principale con vista sui templi e l’area archeologica.

Per info dettagliate, orari di visita e acquisto biglietti clicca qui

Cosa vedere nell’area Archeologica Templi di Paestum

Paestum è circondata da una cinta muraria quasi totalmente conservata, con un perimetro poligonale che si sviluppa per circa 4,75 km, seguendo l’andamento del banco di travertino sul quale sorge la città. È costituita da una muratura a doppia cortina di grandi blocchi squadrati, riempita al centro con terra ed intervallata da 28 torri a pianta quadrata e circolare, quasi tutte ridotte a ruderi.

In corrispondenza dei punti cardinali si aprono le quattro porte principali d’accesso; vi sono inoltre una serie di ben 47 aperture minori, le posterule, funzionali sia per l’accesso in città sia per l’organizzazione della difesa:

la Porta Sirena, così chiamata da un animale fantastico scolpito con funzioni apotropaiche all’esterno di essa, si trova sul lato est;
sul lato sud si apre invece Porta Giustizia, con un ampio vestibolo d’accesso, difesa ai lati da due torri, una circolare, una quadrata;
l’ingresso ad ovest, che affaccia verso il mare, avveniva attraverso Porta Marina, dotata anch’essa di un ampio vestibolo lastricato e difesa ai lati da due torri, una circolare ed una quadrata;
poco resta invece della Porta Aurea, a nord della città, demolita agli inizi dell’Ottocento[16] per il passaggio della Strada Statale 18.

Via Sacra e quartieri di abitazione

La Via Sacra, utilizzata anche durante le processioni religiose, venne riportata alla luce nel 1907. Larga 9 metri, si presenta lastricata da grossi blocchi di calcare – alcuni recanti il solco lasciato dal passaggio delle ruote dei carri – e munita di marciapiedi sopraelevati; il lastricato romano ricalca il precedente tracciato di età greca. Su entrambi i lati, lì dove non vi siano aree pubbliche o cultuali, si estendono i quartieri abitativi della città, non ancora indagati nella loro interezza e complessità. La parte scavata presenta grandi strutture signorili, sovrapposte a più antiche costruzioni.

Il Foro

L’area del Foro, di forma rettangolare, venne sistemata dopo l’insediamento della colonia latina, ridimensionando il precedente spazio pubblico di età greca, l’agorà, e togliendo verso sud una fascia di territorio all’area (temenos) del santuario meridionale.

La piazza romana si presenta fiancheggiata da vari edifici pubblici e religiosi e botteghe e cinto su tre lati almeno da un porticato su un piano leggermente rialzato. Sul lato meridionale sorge un edificio quadrato e absidato, sorto su una precedente costruzione greca, forse una stoà: della fase di età imperiale si conservano quattro basi marmoree di colonne poste intorno ad una struttura ottagonale, cosa che ha fatto identificare il complesso con un macellum. Segue un edificio rettangolare comunicante con il precedente, con semicolonne addossate alle pareti e un’esedra: si pensa possa trattarsi della curia. Sotto il suo muro meridionale sono i resti di un tempio italico di età romana repubblicana. Un’altra sala rettangolare rappresenta i resti delle Terme, parzialmente scavate e ricostruite; una piccola costruzione con tre podi sul muro di fondo invece era probabilmente il lararium cittadino.

Sul lato nord del Foro si trova il cosiddetto “Tempio Italico”, probabilmente il Capitolium della città romana. Si tratta di un tempio esastilo, su un alto podio, preceduto da un’ampia gradinata con un semplice altare rettangolare. Il lato orientale del tempio si innesta su un edificio a gradinate in cui si riconosce il comitium: l’area centrale è accessibile attraverso corridoi a volta sia dal Foro, dove la facciata fungeva da suggestum (podio per gli oratori), sia da oriente.

Ancora ad est si trova una piccola costruzione greca, rettangolare, in muratura, probabilmente l’erario, sede del tesoro della città. Dietro sorge l’anfiteatro, esternamente in laterizio, tagliato in due dalla vecchia SS18.

I templi

Il tempio di Atena a Paestum (detto “tempio di Cerere”)
Miracolosamente giunti in ottime condizioni, tanto da essere considerati esempi unici dell’architettura magno-greca, sono i tre templi di ordine dorico edificati nelle due aree santuariali urbane di Paestum, dedicate rispettivamente ad Era e ad Atena. Tra il 2003 e il 2013, l’area dei Templi di Paestum è stata protagonista di una serie di interventi di restauro che hanno permesso, oltre al recupero degli edifici, di fare luce sulle tecniche e i materiali utilizzati per la realizzazione degli stessi.

Tempio di Era I – Basilica di Paestum (tempio greco)

La cosiddetta “Basilica” è in realtà un tempio dedicato ad Era[17][18]. Tempio periptero (9 x 18 colonne), fu edificato a partire dal 550 a.C. circa e deve all’arcaicità delle sue forme il fraintendimento della propria funzione: una delle peculiarità strutturali più evidenti è nel fronte enneastilo (di 9 colonne), con la colonna mediana in asse con l’unico colonnato interno, mentre in età più recente il numero di colonne frontali sarà sempre pari. È un tempio di ordine dorico dedicato a Era, dea della fertilità, della vita e della nascita, protettrice del matrimonio e della famiglia.

Tempio di Era II – Tempio di Nettuno

L’attribuzione cultuale del cosiddetto “Tempio di Nettuno”, il più grande tra i templi di Paestum, è, allo stato attuale degli studi, ancora problematica: le ipotesi più accreditate lo vogliono dedicato ad Hera, oppure a Zeus oppure ad Apollo. L’attribuzione a Nettuno è invece un errore compiuto dagli studiosi del XVIII-XIX secolo, ai quali sembrò inevitabile che il tempio più grande di Poseidonia dovesse essere dedicato alla medesima divinità protettrice della città. Costruito interamente in travertino intorno al 460 a.C., l’edificio mostra soluzioni stilistiche ed architettoniche oramai prossime a quelle della fase classica dell’ordine dorico e che lo rendono assimilabile al Tempio di Zeus di Olimpia, dalla cui datazione è stata ricavata, per comparazione, quella del tempio di Nettuno.

Tempio di Atena

Il Tempio di Atena, edificato intorno al 500 a.C., era in precedenza noto come Tempio di Cerere. È il più piccolo tra gli edifici templari, con colonne doriche nel peristilio e ioniche nella cella.

(Fonte: Wikipedia)

Posizione

Recensioni Google

4,7
22.527 recensioni
  • deni
    deni
    una settimana fa

    Il parco archeologico di Paestum è un'opera d'arte all'aria aperta. I templi sono spettacolari visti da vicino, l'arte e la storia ti affascinano durante un cammino immerso nella natura e nel verde. Il parco è ben tenuto, con percorsi delineati, cartelloni informativi e punti con posti a sedere.

  • Enzo Senatore
    Enzo Senatore
    un mese fa

    Dopo tantissimi anni, pur abitando a pochi chilometri, ho visitato di nuovo il museo, questa volta in compagnia di mio figlio di quasi 7 anni. La struttura l'ho trovata rinnovata e bella. I lavori non sono ancora terminati e non è stato possibile vedere la Tomaba del Tuffatore. Ci ritornerò apposta tra uno o due mesi. Abbiamo anche partecipato alla visita guidata nei sotterranei. Non li avevo mai visti, che ricchezza incredibile. La giuda, Carmine, è stato un cicerone preparatissimo e dalla vasta cultura, spiegazioni anche in inglese per gli ospiti stranieri. Ci ha condotti in un viaggio nel passato con una maestria da far incantare anche mio figlio che è stato attento ed interessato. Il parco esterno è inutile commentarlo. Andate e ne resterete incantati.

  • Paolo Aaron Avantaggiato

    Parto prima dall'unico aspetto negativo che può però tornare utile per chi deve organizzare la visita: il biglietto purtroppo non consente di uscire e rientrare nel parco, che è molto grande e non contiene punti ristoro al suo interno, quindi regolatevi con l'acqua e con i pasti, perché c'è molto da vedere e, se particolarmente interessati, la visita può durare anche qualche ora. Se lo visitate in inverno come noi, tenete conto che fa buio presto e dopo le 17, pur con il grande effetto scenico dei templi illuminati, non riuscirete a vedere granché, ma potete approfittarne per andare a vedere il museo che chiude alle 19.30. Tenete presente che sempre verso le 17, i vari negozietti e bar lì intorno chiudono. Il parco si può raggiungere comodamente dalla stazione a piedi con una breve passeggiata, ma la sera la strada non è molto illuminata. Detto questo, è uno dei parchi archeologici più grandi d'Italia, da vedere assolutamente, magari accompagnati da una guida che vi spiega bene la storia di quello che avete di fronte. Il punto forte sono sicuramente i 3 imponenti templi in parte ancora in piedi, vi sono poi tantissimi resti, anche se per lo più fondamenta, della città, veramente estesa per l'epoca, con decine, forse centinaia di abitazioni. Molto interessante e particolare, che non ho visto altrove, è una grande piscina ellenistica che faceva parte di una grande domus che sorgeva non lontana dai due templi a sud. Altra particolarità il mantenimento dell'impianto urbanistico greco, con isolati stretti e lunghi (circa 35x270m). Insomma, nell'insieme sicuramente vale la visita, in inverno avete poi il vantaggio del biglietto di ingresso a prezzo ridotto, poca gente e temperatura ottima per stare all'aperto (purché non piova, non ci sono ripari, ma vale anche per il sole d'estate).

  • francesca tesi
    francesca tesi
    2 mesi fa

    Un luogo incredibile, i templi si stagliano nel cielo blu, apparendo nella campagna. È assolutamente straordinario, vale il viaggio. Fate la visita guidata ed assaporate questa passeggiata nella storia greco-romana.

  • Maria Cristina Gabellini

    Ci sono tornata per l'ennesima volta, perché i tempi sono sempre di grande effetto. Parco ben curato. Merita anche il Museo che è appena stato ristrutturato. Unica pecca: il Tuffatore non presente nel museo, per sistemazione della sala relativa, ma con tutto il posto che c'è nel museo, potevano inserirla ugualmente, vista l'importanza dell'opera!

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